Cinematerapia: arriva il nuovo manuale Usa
Due studiose newyorchesi spiegano quali film sono più adatti a curare gli stati d’animo negativi, dall’ansia alla depressione
di Cesare Balbo
Già da qualche anno negli Usa si parla di cinematerapia: quella capacità tipica delle storie del grande schermo e dell’immaginario filmico di curare gli stati negativi dell’anima, lenendo le ansie e gli affanni esistenziali che ingorgano la vita interiore.
Adesso Nancy Peske e Beverly West, due studiose newyorkesi, ripropongono il tema con un libro edito in Italia da Feltrinelli, ‘C’è un film per ogni stato d’animo’ disponibile nei prossimi giorni anche nelle librerie italiane. ‘I film sono ben più di un puro e semplice divertimento, sono dei medicinali che possiamo autoprescriverci’, spiega la Peske. ‘Una buona pellicola è come un ricostituente lenitivo che, se somministrato correttamente può curare di tutto, dalle crisi d’identità nei giorni di scarsa autostima agli stati di tristezza più profonda’.
Il manuale di 224 pagine individua in una serie di pellicole, dagli anni Trenta in poi, il rimedio naturale per certi stati ombrosi poiché la visione ‘ ad hoc’ di certi film trasmette emozioni e vissuti in grado di mutare positivamente lo stato d’animo. A chi è troppo stressato, ad esempio, farebbe bene la visione di ‘Full Monthy’ o ‘ Bread and Roses’, a chi ha problemi di inserimento e di comunicazione fa meglio ‘Chocolat’ o ‘Babe’, per le coppie in crisi è più indicato ‘Kramer contro Kramer’ o’ Harry ti presento Sally’, per dipanare i conflitti edipici tra genitori e figli c’è ‘Il buio oltre la siepe’ mentre ‘Il padre della sposa’ è più adatto ai genitori che devono elaborare il distacco dai figli. Se infine si desidera ricevere una sferzata di ottimismo e fiducia, è d’obbligo la positività dei film di Frank Capra in particolare de ‘La vita è meravigliosa’ , l’alternativa è ‘Cantando sotto la pioggia’, capaci entrambi di far reagire alla stasi rinunciataria, da cui si può uscire anche con ‘Sostiene Pereira’ di Roberto Faenza. Lo stesso regista di ‘Prendimi l’anima’, l’amore proibito tra l’analista Gustav Jung e la sua paziente Sabina Speilrein, il cui titolo è simbolico di ciò che inconsapevolmente lo spettatore chiede anche al cinema: di prendersi in cura l’anima. Un po’ come il piccolo protagonista di ‘Nuovo Cinema Paradiso’ di Tornatore, di fronte a una locandina di ‘ Via col Vento ‘ , altro non faceva che cinematerapia per tornare a sorridere alla vita nonostante il padre morto in guerra.
C’è un film per ogni stato d’animo Nancy Peske – Beverly West Traduzione: Anna Mioni Collana: Super Universale Economica Feltrinelli 10,0 euro
Cinematerapia
Un film per ogni stato d’animo, nella guida tutta al femminile di Nancy Peske e Beverly Westdi Valeria Merola
Per chi crede nei poteri terapeutici di un buon film, per chi è convinto che ogni stato d’animo debba trovare un suo corrispettivo in una storia appassionante, per chi cerca una videocassetta particolare, in grado di regalare le emozioni giuste al momento giusto, è finalmente uscito un libro per soddisfare tutte le esigenze.
Peccato però per i signori maschi, perché questo manuale, pubblicato recentemente da Feltrinelli, è pensato per un pubblico di sole donne. Scritto da due cugine newyorkesi, già conosciute ai lettori americani per altre guide analoghe, come Meditations for Men Who Do Next to Nothing (and Would Like to Do Even Less), Nancy Peske e Beverly West, Cinematerapia è un divertente vademecum alla ricerca del film adatto ad ogni occasione.
Dalla sindrome premestruale ai rapporti tra madre e figlia, dalle storie d’amore squilibrate al desiderio di evasione, dallo stress del lavoro alla perenne insoddisfazione per lo stato della propria acconciatura, dalla serata tra sole donne ai rapporti tra padre e figlia, la guida propone il rimedio cinematografico per risolvere ogni problema, curandosi, appunto, con i film.
I sedici capitoli di cui si compone il libro si aprono con una breve introduzione al “problema” da risolvere, in cui le autrici si rivolgono direttamente alla lettrice, elencandole la sintomatologia del caso. Se ci si riconosce nella descrizione, si può procedere con la lettura, avventurandosi tra tante schede di film consigliabili per guarire il malessere di turno. Cinematerapia passa in rassegna la storia del grande schermo, per aiutare le donne a scegliere il film adatto al proprio umore.
Le recensioni sono però tutt’altro che tradizionali, ma tendono, come tutto il libro del resto, a un tono ironico e decisamente divertito. Più che ai meriti artistici della pellicola, si guarda all’immagine femminile che ne emerge e ai sentimenti che il film mette in evidenza. Assolutamente non convenzionali sono poi le pagine, diciamo di approfondimento, in cui le autrici rubricano I finti film da donna, o la Classifica pratica dei fusti. Strumenti utili per non cadere nella trappola dei film solo apparentemente rivolti alle donne (tipo Il matrimonio del mio migliore amico) o per conoscere la versione più sexy del divo di turno, da Brad Pitt in Thelma e Louise a Harrison Ford in Il fuggitivo.
Le recensioni sono spesso intervallate da citazioni, vere “perle di saggezza” tratte dalla storia del cinema, ben evidenziate per una rapida consultazione, in modo che per esempio, chi fosse “afflitta dall’equivalente psicologico di un’acconciatura rovinata dal cappello” o chi avesse “le doppie punte emotive” possa trovare sollievo, oltre che nella visione di Susanna!, anche dalle parole di Bette Davis quando in Eva contro Eva dice “Devo ammettere che ho visto giorni migliori…ma non mi do ancora via al prezzo di un cocktail, come un’arachide!”.
Divertenti sono poi le schede del tipo Sognando crinoline: film con vestiti da urlo, in cui le autrici ricordano “vestiti talmente incredibili da ispirare persino chi non si interessa di moda”, come “il bel vestito bianco luccicante” di Winona Ryder nell’Età dell’innocenza, o il “famigerato vestito di velluto verde ricavato da una tenda” di Rossella O’Hara. O anche A Luglio come se fosse Natale, una rubrica che raccoglie quei film (da La vita è meravigliosa a Il miracolo della 34a strada) capaci di mettere “tutti di quell’umore euforico e cordiale che ti viene prima di ricevere l’estratto conto di gennaio della carta di credito”.
Cinematerapia è un libro simpatico, spensierato e magari anche utile, ma non può certo essere considerato una guida attendibile, né tra l’altro pretende di esserlo. Non solo per il punto di vista dichiaratamente parziale (che senso ha classificare il cinema in maschile e femminile?), ma anche perché le recensioni proposte sono volutamente concentrate su aspetti ben poco artistici. Un merito indiscutibile è quello di affrontare il tema del cinema in modo giocoso, lontano dalle imbalsamate guide tradizionali, dimostrandone i benefici sulla nostra vita di tutti i giorni, oltre l’esperienza estetica.
Un limite è invece il taglio esclusivamente femminile, che spesso condiziona negativamente le scelte, anche al di là del gioco, che è l’assunto di fondo, e su cui si modella tutta la scrittura. Negativa è poi la prospettiva “americanocentrica” (i film sono selezionati pensando a un pubblico che se li somministrerà “in combinazione con l’inerzia assoluta e qualche cibo oscenamente ricco di grassi”), cui la redazione italiana ha tentato di porre rimedio, aggiungendo, alla fine di ogni capitolo, qualche titolo “fatto in casa”. Ma forse il rimedio è peggiore del male.
Nancy Peske, Beverly West
Cinematerapia. C’è un film per ogni stato d’animo
Feltrinelli, 2003, pag.296, euro 10,50
traduzione di Anna Mioni
Nancy Peske e Beverly West sono due cugine newyorkesi, appassionate di cinema, che hanno messo su una fiorente impresa multimediale (libri, sito, programmi tv…), partendo dall’idea che in un film molti spettatori e soprattutto molte spettatrici cercano le risposte ai loro problemi affettivi. L’intuizione non è originale, ha fatto oggetto di studi e saggi, è stata sfruttata anche al cinema. Bev & Nancy, però, l’hanno abilmente riconfezionata scrivendo una serie di guide dedicate alle donne che vogliono scegliere un video o un dvd per la serata in base all’umore o alle fortune sentimentali, e ora il primo dei volumi, Cinematerapia, è arrivato in Italia, edito da Feltrinelli nella spiritosa traduzione di Anna Mioni. Costruito a uso e consumo del pubblico Usa (come dimostrano i film recensiti, quasi esclusivamente americani, e l’uso sfrenato di interiezioni e punti esclamativi) e mortificato dagli stolti consigli aggiunti dalla redazione italiana (perché suggerire la visione di Senso di Visconti e del Ciclone di Pieraccioni in coda al capitolo dedicato al cliché della donna come ‘madre comprensiva’?), il libro ha però il buon senso di non porsi come un manuale di terapia cinematografica – una disciplina consolidata, a giudicare dalla quantità di link sul tema – e passa in rassegna oltre duecento titoli, da Via col vento a Camera con vista (trovate la scheda nello Zoooom) fino a Scream 1 e 2. Chi invece volesse sapere qualcosa di più sui (fortissimi) rapporti fra cinema e psicoanalisi, dovrebbe leggere Freud a Hollywood di Simona Argentieri e Alvise Sapori, pubblicato qualche anno fa dalla Nuova Eri.
ZOOOOM su: Camera con vista (dal capitolo ‘Quando le donne erano vere donne e gli uomini ne avevano soggezione: film in cui gli uomini si comportano bene’)