Chi è il Giovane Holden dei ’90? ‘L’amore inutile’ di Mark Cirino, oriundo, 26 anni ‘anche qui un lungo viaggio verso casa, ma senza consolazione’, anticipa Luigi Brioschi che ne fa la scommessa Guanda d’autunno insieme a Welsh (Tuttolibri, La stampa, 28/08/1999) Non c’è solo allucinata secretività nel romanzo di Cirino. In quasi cacofonico contrappunto compaiono pure scene, se vogliamo, ‘poetiche’, ma sono solo momenti. Il linguaggio non può che essere lo specchio deformato di tutto questo. Frasi brevi, sintassi franta. Lingua sciolta e colloquiale, proprio come in una discussione tra amici. Non sono risparmiate coprolalia né gergalità genitali di sorta perché un amico serve a questo: per ascoltare, a volte in silenzio, il dolore così come magmaticamente si versa dalle crepe della carne. (Elissa Piccinini, La Gazzetta di Parma, 14/12/1999) Colloquiale e ironico, amaro e lirico. Uno scrittore che si esprime in modo semplice, autentico, commovente. (Carnet, dicembre 1999)
Il maggior pregio del libro èpiù ancora del linguaggio, il tono: colloquiale, diretto, con una sua autenticità, ma fornito di una colta, elegante vena ironica, che disimpegna icastiche osservazioni su cose e persone e le propone, quasi con un senso di sfida, al ‘tu’ che siamo noi lettori.
(Francesco Durante, ‘Donna’ di Repubblica, 2/11/99)
Di Holden e di Salinger mancano disincanto e poesia, ma in compenso la scrittura è viscerale, scevra da compromessi e facili e inutili descrizioni. Pochi dialoghi, ma grande capacità di tenere il lettore incollato alla pagina e alla storia. Il libro è un viaggio di crescita e conoscenza interiore vera, non fuorviata da new age o buonismo fasullo.
(Simone Pieranni, da www.babel.it)